Mi hanno detto che il titolo è un po’ “dodgy” e in effetti lo è.
E’ per questo che ufficialmente il titolo è ormai mutato in “Being a Radiographer”, ma dopotutto, un po’ come Microsoft e Apple si cercano i nomi ultrafighi per i progetti dei nuovi Sistemi Operativi, anche io lascerò questo nome “sarcastico” al mio progetto, almeno ufficiosamente.
Riconoscimento Tecnici di Radiologia in Inghilterra – HCPC e i documenti
In aggiornamento e complemento al precedente post “IL TECNICO DI RADIOLOGIA IN INGHILTERRA – BASICS”, oggi vi do qualche indicazione sulla compilazione dell’application pack per la conversione del Titolo, anche alla luce delle novità introdotte.
Fino a poco tempo fa (almeno fino a quando scrissi l’ultimo post sull’argomento), il procedimento da attuarsi per tutti i Radiographers provenienti da oltre Manica era l’”international application form”: una bella risma da stampare e compilare a penna, che ha causato non pochi dubbi sulla documentazione da allegare e sulle informazioni da fornire.
Il Tecnico di Radiologia in Inghilterra – Basics
Qualche collega, un po’ di tempo fa, mi ha chiesto informazioni su come lavorare in qualità di Tecnico di Radiologia Medica in terra albionica e come procedere al riconoscimento del titolo. In questo post cercherò di descrivere la figura del “Radiographer”, illustrandone il ruolo, con riferimenti alle pratiche burocratiche da disbrigare.
Covid-19. TC ed evidenze radiologiche allo stato attuale
Onestamente, non avevo voglia di scrivere alcunchè. I dati cambiano repentinamente, i social pullulano di post e dati aggiornati anche alla luce delle direttive che si susseguono e un articolo in un blog, soprattutto impossibile da aggiornare con cadenze celeri […]
Algoritmo T(A)C che dimezza la dose. La verità?
E’ notizia di qualche giorno fa l’implementazione di un nuovo algoritmo per T(A)C* che dimezzerebbe la dose radiogena, scoperto da due ingegneri cliniche di Napoli. Come descritto da ANSA: […] elaborando un protocollo per ridurre del 40-60% l’esposizione garantendo una […]
Home sweet home – Case e “stranezze” inglesi
Per un italiano, può essere strano trovarsi di fronte alle particolarità delle case inglesi. Con qualche sorriso, ve ne racconto qualcuna. “Location, location, location” Forse avrete letto questa frase in passato, oppure sarete venuti a conoscenza che è anche un […]
Throwback 2016 – When it started
Throwback – 1 agosto 2016, due anni fa.
Un decollo da Napoli, temperatura 35°C, e l’atterraggio a Stansted – destinazione finale Leicester – dove ancora si festeggiava l’impresa titanica di Ranieri.
How about the English life? Parte 1
Beh, son passati quasi due anni da quel 1 agosto 2016, in cui il biglietto di sola andata mi ha catapultato in terra albionica.
Vi ho parlato specificamente del lavoro e del sistema sanitario inglese, ma la costante domanda “Com’è la vita lì in Inghilterra?” ancora non ha trovato una risposta.
Apologia di un viaggio
Viaggiare ha senso solo se hai qualcuno cui puoi raccontare qualcosa quando torni, altrimenti sono fughe.
Il caffè è quasi pronto. Il sibilìo della moka, con l’odore del caffè caldo che si propaga nella stanza, rende l’atmosfera più domestica, molto più simile a quella in cui sei cresciuto, quando la mattina ti svegliavi e c’era in sottofondo “L’ora esatta” a canale 5, con quel motivetto irritante che però ti faceva sentire coccolato e protetto da quel tema monotono (o monotòno), come se nulla potesse andare storto…
L’Epiphany
Talvota, avremmo tutti bisogno di un’Epiphany.
No, non mi riferisco alla celebrazione del 6 gennaio, con calze cariche come betoniere di cioccolata o dolci, intendo un'”Epifania”, una rivelazione; quell’Epifania alla Joyce:
By an epiphany he meant ‘ a sudden spiritual manifestation, whether in the vulgarity of speech or of gesture or in a memorable phase of the mind itself.
Perchè, dopotutto, ci stiamo atrofizzando.
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