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Viaggiare ha senso solo se hai qualcuno cui puoi raccontare qualcosa quando torni, altrimenti sono fughe

Comunque fuori luogo – Vaccarino, Braghin

[dropcap]I[/dropcap]l caffè è quasi pronto. Il sibilìo della moka, con l’odore del caffè caldo che si propaga nella stanza, rende l’atmosfera più domestica, molto più simile a quella in cui sei cresciuto, quando la mattina ti svegliavi e c’era in sottofondo “L’ora esatta” a canale 5, con quel motivetto irritante che però ti faceva sentire coccolato e protetto da quel tema monotono (o monotòno), come se nulla potesse andare storto.
Beh, ora mi sono evoluto, c’è Spotify con i Coldplay. Mainstream, certo, ma con quel sound in grado di far muovere un può i neuroni o semplicemente dare flusso ai pensieri senza un ordine, senza punteggiatura, senza convenzioni.
Alla finestra, il meteo è piuttosto tradizionale – nuvoloso, con un grigio pallido over all; come se volesse comunicarti la sua indecisione nel mostrarti un po’ di sole o inviarti quella pioggerellina minuta che quasi si vergogna di toccare terra.

La strada pullula di autoveicoli che vanno chissà dove, tutti ordinati, ben incanalati nelle corsie. Un cambiamento radicale rispetto a qualche ora fa, in cui si sentivano grida, clacson e rombi assordanti seguiti poi da qualche sirena. E’ l’ordine che ricopre il caos, o semplicemente la baldoria del sabato sera che lentamente svanisce per far spazio alla vita ordinaria.

Scendo, m’invischio nella massa pulsante che gronda le strade. Guardo gli altri, incrocio i loro sguardi, cercando di scrutarne indizi o semplicemente applicare congetture fantasiose sulle loro vite.
Uno, dieci, mille popoli diversi con tante frammentarie storie che però si incrociano sullo stesso suolo. Ognuno di noi ha avuto o sta avendo il suo viaggio, di pochi minuti o di tanti giorni; non sono importanti i km percorsi, è importante solo il primo step, quello in cui stai realizzando che ci si incammina verso qualcosa di nuovo.
Un viaggio non dovrebbe mai essere una maledizione, ma una scoperta, un’apertura, una condivisione.
E’ una parentesi, il cui contenuto sembra surrogabile ma che invece diventa incancellabile. E’ un inciso necessario, perchè quando vivi a lungo in un luogo diventi cieco, non ti rendi più conto di ciò che ti circonda.
A volte può sembrare un tradimento, ma è uno di quei tradimenti da fare senza remore; abbandoni i tuoi affetti per un secondo, avendo in cambio degli sconosciuti, che chissà cosa potrebbero darti.
Ci sono solo due regole da seguire:

  • Non tornare come sei partito, ma diverso. Fa’ in modo che quella parentesi faccia parte del tuo Io.

  • Preparati a tornare prima o poi, perchè un viaggio ha senso solo quando c’è un ritorno, dopo di che preparati a viaggiare di nuovo.

Perdona un viaggio, non biasimarlo. Chase it if you can.
Le valigie tienile vicino alla porta perchè sono trofei da esibire, non suppellettili di cui vergognarci se ci fossero ospiti.
Beh, il caffè è freddo ora, meglio metterne su un altro.

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